10 Dicembre 2024
Via Bottazzi
Cultura e paesaggio Magazine

Aci Castello: un museo a cielo aperto

Questa settimana la nostra rubrica culturale e paesaggistica vi porta ad Aci Castello!

Aci Castello è un’importante località che si affaccia sulla costa della Sicilia Orientale. Ubicato vicino alla città di Catania, costituisce il primo centro della Riviera dei Ciclopi.

Questa piccola località deve il suo nome ad una particolare costruzione che la caratterizza: un meraviglioso castello che si erge in cima ad una rupe basaltica sul mare.

La rupe presenta una particolare conformazione. Essa si formò grazie ad un’eruzione sottomarina, motivo per cui il magma, raffreddatosi velocemente per la presenza dell’acqua, ha assunto la forma peculiare che oggi si ammira.

Il castello fu fatto erigere in epoca normanna dal celebre Ruggero d’Altavilla, che dal 1061 intraprese la conquista della Sicilia. 

La posizione dell’edificio era strategica.  Trovandosi la rupe sul mare, il castello avrebbe consentito di controllare il mar Ionio e le navi che l’avrebbero solcato.

Dopo la dominazione normanna, dal XIV sec. circa, la fortezza passò nelle mani degli Angioini prima e degli Aragonesi poi. Nel XVI sec. il castello fu adibito a carcere, ed è a questo periodo e al XVIII sec. che risalgono le numerose storie tramandate oralmente dalla popolazione locale. 

Una delle più celebri è la leggenda del cacciatore imprigionato, risalente al XVIII sec.

Si narra che un povero cacciatore, che si aggirava intorno alla fortezza in cerca di prede, uccise erroneamente una gazza che apparteneva al governatore del castello, uomo ostile e crudele. Il governatore, volendo punire il cacciatore, lo fece rinchiudere in una cella sotterranea per ben tredici anni. 

A quel tempo, il castello era di proprietà della famiglia nobile Massa, che lo acquisì nel 1647, anno in cui gli fu venduto dal Re di Spagna Filippo IV. Un giorno, il Gran Duca Massa giunse al castello e il cacciatore, ancora prigioniero, volle dedicargli un canto intonandolo personalmente: 

“T’fazzu rvrenza Duca Massa, cum fusse lu Re in persuna stissa, la tua parola in Sicilia passa e quannu parri tu l’inferno abissa. Iu sugnu cunnannatu na sta fossa, avi triricianni ca nan viru missa. Ti pregu a liberarimi u Duca Massa p’ quant’amuri porti alla duchissa”.

(“Ti faccio riverenza Duca Massa, come se tu fossi il Re in persona, la tua parola in Sicilia passa e quando parli tu l’inferno si abissa. Io sono condannato in questa fossa, sono tredici anni che non vedo messa. Ti prego di liberarmi Duca Massa per quanto amore porti alla Duchessa”)

Il Duca, colpito e affascinato dalla melodia, insistette per incontrare colui che l’aveva intonata. Venuto a conoscenza del fatto che costui era un prigioniero, dopo averne udito la triste storia, ne ordinò la scarcerazione, affinché l’uomo potesse tornare a vivere liberamente. 

Altre storie narrano invece della presenza di fantasmi che dopo la mezzanotte si aggirano nelle buie prigioni, dove si dice che alcuni dei prigionieri venivano lasciati morire di fame. Fantasmi abiterebbero anche le altre sale del castello, adibito a museo civico dal 1985. Uno dei vecchi custodi, oggi defunto, raccontò di aver visto dei soldati che si aggiravano tra le sale del museo.

Il castello non è tuttavia l’unica pietra miliare del luogo. 

Un importante artista del XX sec., di origine catanese, ivi aveva studio e dimora. 

Trattasi di Giovanni Calogero, meglio conosciuto come Jean Calogero, un artista che ebbe notorietà a livello internazionale. 

Jean Calogero, appassionato disegnatore, frequentò il Liceo Artistico di Catania. Il suo talento fu da subito notato e ciò gli permise di accrescere e perfezionare le sue competenze in ambito pittorico. 

Viaggiò molto per crescere professionalmente, da Roma (dove conobbe il grande Renato Guttuso), a Parigi (dove tenne la sua prima mostra personale che riscosse un grande successo tra la critica e il pubblico), a New York e perfino a Los Angeles (dove divenne uno degli artisti più ambiti dagli attori di Hollywood). La notorietà raggiunta fu tale che l’artista acquistò a Parigi l’atelier appartenuto a Picasso e Degas. Tra il 1957 e il 1960, proprio a Parigi gli fu consegnata la grande medaglia d’Argento, massimo riconoscimento della città ad artisti viventi. 

Fu da quel momento che, considerato ormai un pittore francese, decise di aggiungere il nome Jean alla firma che già apponeva alle sue opere, Calogero. 

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Negli anni Settanta decise di vivere più stabilmente in Sicilia, pur continuando ad essere attivo a livello internazionale e organizzando mostre persino in America e Giappone. Nel 2001 l’artista si spense ad Aci Castello, luogo in cui oggi è visitabile il suo studio.

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Una sala all’interno del Castello Normanno è interamente dedicata alle sue opere; nel suo studio sono ammirabili i suoi meravigliosi dipinti dai mille colori.

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La sua memoria vive in questa splendida cittadina caratteristica, così come in svariate parti del mondo.

Aci Castello è uno scrigno di tesori storici, artistici e naturali, dal valore inestimabile.

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Mary Bua