Via Crociferi, una strada di Catania apparentemente comune, ma protagonista di numerose storie e ospitante importanti edifici in stile barocco. Si tratta di una delle vie più antiche della città.
Entrata a far parte nel 2002 della World Heritage List UNESCO, Via Crociferi ospita meravigliose architetture barocche costruite dopo il sisma che nel 1963 colpì la città.
Questo splendido luogo è stato anche protagonista di importanti film, tra i quali Storia di una capinera di Franco Zeffirelli, uscito nel 1994.
A costituirne l’ingresso, provenendo da Piazza San Francesco d’Assisi, è il cosiddetto Arco di San Benedetto, che prende il nome dal Monastero delle Benedettine di cui fa parte e dalla vicina Chiesa di San Benedetto.
Il monastero, raso al suolo dal sisma, fu ricostruito nel Settecento, insieme all’adiacente chiesa dedicata a San Benedetto. L’architetto Giuseppe Palazzotto ed il pittore messinese Giovanni Tuccari furono coloro che dal 1708 lavorarono a tale ricostruzione. Maestose semicolonne e sculture impreziosiscono la facciata della Chiesa. Trattasi di una magnificente architettura che lascia a bocca aperta i viandanti che ivi si fermano ad osservarla.
A pochi metri di distanza, sul lato opposto, si può ammirare la Chiesa di San Giuliano, ricostruita dal 1741 dall’architetto Giuseppe Palazzotto. Colui che sale sul tetto dell’edificio gode di una vista panoramica sulla Catania storica. La sua facciata convessa culminante in un timpano e la scalinata antistante, mostrano l’evidente richiamo ad una classicità che dona eleganza alla Chiesa nella sua semplicità.
Questa via, nel corso della storia, è stata protagonista di numerose storie.
La leggenda del cavallo senza testa è tra le più note.
Trattasi di una storia nata nel 1700, secondo la quale la via in questione sarebbe stata infestata dal fantasma di un cavallo privo di testa nelle ore serali e notturne. Si trattava in realtà di una voce di popolo diffusa da uomini nobili e cospiratori, al fine di riuscire a tenere alla larga eventuali sgraditi testimoni. Di incontri amorosi segreti, tradimenti ed affari loschi, era teatro la celebre Via Crociferi nelle ore notturne.
Secondo la leggenda, un giovane catanese si vantò con gli amici del proprio coraggio e fece una scommessa: si sarebbe recato nella famosa via in piena notte, e a dimostrazione di ciò avrebbe piantato un chiodo sotto l’arco del Monastero di San Benedetto.
Il ragazzo, recatosi sul posto a mezzanotte, si apprestò a piantare il chiodo, non accorgendosi però di aver fissato insieme al chiodo il proprio mantello. Fu così che nel tentativo di allontanarsi, si sentì trattenuto da qualcosa e la paura prese il sopravvento. Pensando infatti di esser stato bloccato dal cavallo senza testa, il giovane morì letteralmente dal terrore, fu colto da infarto. Da allora pare che la comunità faticò a frequentare questo luogo di notte, l’accaduto infatti non fece altro che alimentare la leggenda.
Si dice che ancora oggi sia possibile udire lo scalpitio degli zoccoli del cavallo sulle antiche basole.
Altra curiosa leggenda, riguarda Margherita la Lumia, la sposa fantasma.
La storia narra di un giovane catanese, Francesco Stramondo, che era solito rientrare a casa a notte fonda. Una notte, improvvisamente la carrozza su cui viaggiava si arrestò di colpo: una donna in abito bianco impose al cocchiere di fermarsi. Pioveva, così il giovane Francesco scese per vedere cosa fosse successo. Vide la donna dai capelli biondi e dagli occhi verdi e rimase folgorato dalla sua bellezza. Francesco si offrì di accompagnare la fanciulla presso la sua dimora, la fece dunque salire sulla carrozza offrendole il proprio mantello per riscaldarsi. Durante il tragitto, il giovane scoprì che si chiamava Margherita e che era la figlia di un nobiluomo la cui abitazione era sita in Via Crociferi. Giunti a destinazione, con un lungo bacio appassionato i due si congedarono. L’indomani, Francesco si recò nuovamente presso la nobile dimora in cerca di Margherita, tuttavia la donna non c’era. Il ragazzo fu accolto dal Barone la Lumia, padre della giovane, che dopo aver ascoltato il racconto di Francesco circa i fatti accaduti la notte precedente, gli comunicò che la figlia era in realtà deceduta da due anni. Incredulo, Francesco, si apprestò ad andare al cimitero insieme al Barone. Lì, nella cappella di famiglia, vide la foto della fanciulla in abito bianco: era la donna che notte precedente l’aveva baciato appassionatamente.
Via Crociferi non è solo un sito appartenente al patrimonio UNESCO, è un luogo carico di cultura e storia. Fu una delle vie più importanti della Catania settecentesca.
A cura di Mary Bua
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