Gli eventi accaduti negli ultimi anni (pandemia da Sars Covid 19) e recentemente (guerra in Ucraina) ci spingono a riflettere sulla nostra esistenza, sul senso della vita, sulla possibilità di essere ancora in grado di sognare.
I sogni hanno sempre fatto parte della vita dell’uomo, affondano le loro radici in tempi molto lontani, il sogno si pone quale modalità di previsione del futuro o di “decifrazione” di messaggi inviati ai vivi da altre dimensioni.
Storia del sogno
Nell’antica Grecia, infatti, il sogno ha un significato magico-religioso, espressione della verità (alètheia). Il poeta greco Omero (autore dell’Iliade e dell’Odissea, i due massimi poemi epici della letteratura greca) descrive il sogno come personificazione di creature alate, che entrano nel sogno (assumendo una forma umana) per avvertire gli uomini sugli eventi futuri.
E’ nel sonno che l’anima si libera dalla prigione del corpo, per mettersi in relazione con le creature del mondo spirituale.
Con la nascita della “polis” tra il IV e il V secolo, si contrappone al mito il “logos”, la razionalità, per cui il sogno non è più espressione dei messaggi degli dei, ma frutto di un pensiero astratto e razionale, che si pone domande e fornisce risposte.
Con Platone il sogno rientra nella sfera della “conoscenza delle apparenze”, che considera come vere le ombre del sogno. Egli afferma che, durante il sonno, la parte razionale dell’anima dorme, mentre quella selvaggia cerca di dare soddisfazione alle sue pulsioni.
Aristotele (filosofo, scienziato e logico greco antico) considera il sogno e la veglia come fenomeni opposti di un’unica sostanza e considera il sonno come una privazione della veglia. Egli, infatti, afferma che il sogno elabora gli stimoli sensitivi che ci colpiscono durante il giorno.
I sogni sono correlati al vissuto, alle paure, ai desideri, ai processi corporei del sognatore, non a caso Binswanger afferma che uno stesso sogno può essere interpretato in modo diverso a seconda delle condizioni di vita del sognatore e agli stimoli che percepisce durante il sonno. Ad esempio un rumore può trasformarsi in qualcosa di grande. Ad esempio un tuono, così come uno stimolo che lo colpisce lo porta a vedere in sogno ciò che accade realmente.
Periodo greco romano
Nel periodo greco-romano i sogni sono interpretati dagli specialisti del sogno e considerati “mere manifestazioni di fantasia, semplici rielaborazioni di eventi verificatesi durante lo stato di veglia e dunque privi di valore pratico sia per il sognatore che per la comunità”.
Agostino (filosofo, vescovo e teologo romano di origine nordafricana ed espressione latina), interpreta il sogno come manifestazione dell’onnipotenza di Dio, e strada per la conversione. Pertanto, Dio si serve dei sogni per rivelare all’uomo grandi verità e conoscenze. Quindi il sogno è inteso come rivelatore della verità e influenza la vita politica e sociale.
Il sogno nel periodo romantico
Nel periodo romantico, con lo sviluppo in Germania del movimento culturale e letterario dello Sturm-und–Drang (tempesta e impeto). Si assiste ad un rifiuto del razionalismo illuministico e alla rivalutazione dell’elemento affettivo, sensuale ed erotico, ad un eccesso di sentimentalismo. In questa atmosfera l’uomo romantico, costantemente proteso verso l’infinito, impossibilitato a conoscere il suo proprio sé vede nel sogno quella “discesa agli inferi della conoscenza di sé che gli rende familiari gli abissi dell’anima”.
Il sogno si presenta come esplorazione dell’irrazionale, della follia, dell’allucinazione, che porta l’artista ad uscire dalla realtà e a crearsene una nuova. I sogni così scaturendo da noi stessi, hanno un’analogia con l’insieme della nostra esistenza e dei nostri destini. Se non ci fossero i sogni, invecchieremmo di certo prematuramente. Per cui il sogno può essere considerato come un vincolo divino.
Siamo ancora capaci di sognare?
Ritengo che sognare faccia parte della vita di ognuno, che ancora oggi è possibile e necessario farlo. Perché i sogni rivelano le verità più profonde, i sentimenti più intimi, le emozioni più recondite, comunicano al nostro “Io interiore” ciò che nella vita quotidiana non siamo in grado di comprendere sino in fondo, a causa di timori, convinzioni e schemi mentali, che non riusciamo ad abbandonare.
A cura di Giovanna Marchese
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