Accadeva oggi, nel 1931 nasceva a Milano, una delle più grandi poetesse e scrittrici italiane, Alda Giuseppina Angela Merini.
Sin dalla giovane età, Alda dimostra una prepotente vocazione poetica, della sua infanzia si conosce quello che lei stessa scrisse in brevi note autobiografiche:
“ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori…”
Sono questi i tratti della personalità di Alda Merini.
Presto segnata dal dramma della schizofrenia e da un diagnosticato disturbo bipolare e costretta nel corso dei decenni a vari ricoveri in cliniche e ospedali psichiatrici.
Nonostante ciò lei continua a scrivere, finché negli anni 90 comincia a crescere l’apprezzamento della critica per il suo lavoro, nel 1993 viene insignita del premio Librex Montale e nel 1996 vince il premio Viareggio, fino a ricevere nel 2001 la candidatura ufficiale al premio Nobel.
La poetessa diventa così un simbolo nazionale, icona di una donna liberata dopo una lunga lotta e immagine di un talento soffocato ma che grazie alle sue sole forze è tornato alla luce.
I maggiori temi delle sue produzione rispecchiano quello che è il suo essere più intimo, come l’intreccio di temi erotici e mistici presente già in una delle sue prime grandi opere “La presenza di Orfeo”. O ancora nell’opera “Tu sei Pietro” che è seguita dalla fase più acuta dei suoi problemi psichici e da un silenzio artistico che durerà vent’anni.
Nonostante ciò tornerà ancora a scrivere e negli ultimi anni la sua produzione diventerà sempre più intensa.
Alda Merini incarna l’idea di poesia come espressione spontanea, emotiva, visionaria e trascendentale.
Indifferente e anzi ribelle a ogni controllo razionale o stilistico. Tra i suoi testi troviamo temi come la religione, l’amore e la sofferenza esistenziale. Per Alda la poesie è sempre stata qualcosa di più, la vedeva come un modo di lenire il dolore e i drammi della vita, la sua unica e personale via di fuga.
Tant’è che lei stessa una volta disse:
“Forse è grazie alla poesia che nella mia vita, pur avendo molto sofferto, non sono mai stata disperata. Quando ho incontrato il dolore, anziché farmene annientare, ho deciso di cantarlo “
A cura di Giusy Cornaro