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Barbie Ferreira, bodypositivity e Euphoria

“Non c’è niente di più potente di una ragazza grassa a cui non frega nulla” – Kat Hernandez, Euphoria. 

Barbie Ferreira è un’attrice della serie tv Euphoria – in Italia disponibile su NowTV e SkyGo!.

Il suo personaggio è quello di Kat Hernandez, una ragazza in sovrappeso che affronta un percorso di riscoperta di sé e di un proprio posto nel mondo. 

Il suo personaggio è l’ennesimo, nella rosa dei personaggi di questa strabiliante serie tv, a dover scendere a patti con il mondo e la società che li circonda. Delle regole che essi dettano e di come chiunque non faccia parte dello standard preimposto venga ricollocato in un nuovo spazio, fatto solo per la diversità.

Il mondo di Euphoria è estremamente reale per lo spettatore,

tanto che porta alla luce le problematiche degli adolescenti di oggi. Il semplice accesso alle droghe, le relazioni tossiche, la transizione di genere e la questione di genere e il bodypositive forzato. Essi sono temi attuali che portano i giovani di oggi a chiedersi quale sia il loro posto in questo mondo estremamente normato. 

Dalla serie tv alla realtà, però, il passo è breve. Proprio Barbie Ferreira parla della sua esperienza e della sua percezione di movimenti sociali come quello della ‘bodypositivity. Nella sua intervista a InStyle ( https://www.instyle.com/beauty/barbie-ferreira-ysl-lash-clash-interview ) l’attrice 25enne ha descritto il rapporto con il proprio corpo e di come l’essere diventata un simbolo per la bodypositivity abbia influenzato anche la visione che ha di se stessa. 

Chi è Barbie Ferreira?

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Barbie Ferreira è nata nel 1996 a New York, ma ha origini brasiliane. Prima di diventare attrice, ha debuttato nel mondo del glamour a 16 anni, come modella curvy. Ma ha davvero le scelto di essere una modella curvy? È stata una sua scelta quella di diventare un simbolo per il movimento bodypositivy? Come vive il rapporto con questa corrente sociale? 

Di certo l’attrice non ha mai detto di voler diventare un simbolo del #selflove e ha più volte dichiarato di essere rimasta perplessa di fronte all’idea che una persona con un corpo non conforme a degli stereotipi venga automaticamente considerato come ‘coraggioso’. L’idea stessa di coraggio implica anche l’idea di un sentimento di vergogna che la persona dovrebbe provare e di come dovrebbe sentirsi orgogliosa di essersi scollata da uno stato d’animo così frustrante e deleterio. 

Il lato tossico della ‘bodypositivity’ secondo Barbie Ferreira

Secondo le parole di Barbie, ciò che è veramente deleterio per la salute mentale di una persona è considerare costantemente il concetto di bodypositivity come l’unica via per amarsi e accettarsi. In questa riflessione sorge spontanea la domanda: perché se non rientri negli standard sei automaticamente coraggiosa? Dobbiamo davvero piacerci per ciò che siamo e per come siamo? 

Leggendo le parole dell’attrice è proprio questo il rischio della bodypositivity a tutti i costi, cadendo a gamba tesa nel lato tossico di questa prospettiva e creando una gabbia in cui ci sono esclusivamente ‘difetti da amare’ e non ‘unicità da considerare’. 

Proprio la grandezza del fenomeno è rappresentato dal personaggio di Kat Hernandez, della sua ascesa verso la popolarità all’interno della scuola e del suo viaggio di convivenza con se stessa. Anzi, attraverso le scene che la vedono protagonista posiamo capire il senso profondo della serie Euphoria e dell’impatto che vuole avere sul suo spettatore. Principalmente lo scopo che questa serie ha è quello di mostrare corpi e menti non conformi della società, arrivando persino alla distruzione di un cliché classico nella società americana come quella del golden boy che è tutto fuorché golden.

Proprio il personaggio di Kat accompagna il lettore nella critica forzata al principio di esagerazione sulla self acceptance.

Barbie Ferreira menziona nell’intervista di essere rimasta particolarmente sconvolta ne girare una scena del secondo episodio della nuova stagione, in cui vediamo Kat in un momento in cui si ritrova sopraffatta dai messaggi continui di bodypositivity che diverse influencer o youtuber lanciano, fino a culminare in maniera aggressiva. 

‘Nella seconda stagione della serie, che ha recentemente debuttato il 9 Gennaio 2022, c’è una scena del secondo episodio in cui gli spettatori possano comprendere un po’ della psicologia di Kat. In essa Kat è stessa sul letto, in preda a odiarsi e sta guardando dei video su YouTube quando all’improvviso viene bombardata da un gruppo di influencer che le gridano aggressivamente ‘amati!’

Kat si fa prendere dal panico e viene visibilmente sopraffatta da questo violento tentativo delle influencer d farla sentire meglio’ dichiara Barbie all’intervistatrice e spiega come questa stessa scena sia stata fondamentale per lei perché rappresenta quel lato tossico del movimento bodypositivity in cui si è ritrovata invischiata senza mai volerlo davvero. 

Il nuovo risvolto della ‘bodypositive’ 

Il punto delle parole di Barbie Ferreira è proprio questo: forzare un amore per il proprio corpo, sopratutto in menti fragili come quelle adolescenziali, una totale accettazione quando il corpo in cui si è costretti a vivere è e rimane una delle fonti di insicurezza più grandi che possa mai rimanere ad una persona. 

In quel caso, come dice l’attrice, la bodypositivity si chiude a riccio e diventa una trappola che costringe ad una felicità a priori. Accettare dei difetti a tutti costi e non razionalizzarli, ma considerarli come un punto di differenza rispetto alla massa. 

Barbie Ferreira, interpretando Kat, ha dimostrato di essere al centro di un processo di continua trasformazione, ma che poco ha a che vedere con l’acquisire consapevolezza e saper amare se stessi totalmente. Non è tutto basato sulla consapevolezza granitica e sull’amarsi a tutti i costi, ma si tratta di trovare le falle nel sistema, trovare gli aspetti tossici di un movimento che, invece di demolire il concetto di standardizzazione dei corpi e la normatività, lo ha rafforzato. 

Le parole di Barbie Ferreira centrano un punto fondamentale: non si può imporre un amore forzato, ma si può stimolare un rispetto verso qualcosa con cui si deve convivere sempre, cioè il proprio corpo. L’attrice paragona la bodypositivity ad una condizione di amore tossico, stagnante per se stessi. 

Body neutrality: cos’è?

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Credits: The Wom

Proprio in questa chiave, alcune grandiose personalità dello star system, hanno cominciato ad avvicinarsi ad una nuova chiave di lettura: la body neutrality

Essa è un concetto che è stato definito dalla life coach Annie Poities nel 2015 e si basa sull’idea che nessuno dovrebbe amarsi per forza, ad ogni costo, essere costretto a mandare giù certi difetti e costringersi anche a ignorarli. Poities si concentra sull’idea della funzionalità del corpo e sulla sua magnificenza come ‘macchina’ perfetta e imperfetta al tempo stesso e diverse donne si stanno ponendo come forza motrici di questo nuovo concetto, come Lizzo, Jameela Jamil e proprio Barbie Ferreira.

Autrice: Maria Cristina Platania

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